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Canzone per l’estate – De André – Con Testo e Significato

Testo di Fabrizio De André e Francesco De Gregori, musica firmata solo da De Gregori, Canzone per l’estate è un brano del 1975 inserito nell’album Volume 8. Il cantautore romano la riprenderà nel 2001 con alcune piccole modifiche nel testo nel suo album Amore nel pomeriggio.

Secondo quanto spiegato da De André “La canzone è autocritica, è l’autocritica di una persona che per motivi forse biologici si sta imborghesendo”. Il protagonista infatti è un benestante che pur avendo già tutto quello a cui si può aspirare si accorge che non riesce più a volare, che ha smesso di sognare. Si è chiuso in una realtà che non sente a pieno, che ha castrato i suoi sogni e i suoi desideri, ha rinunciato a sé stesso e non riesce più a volare.

Da venerdì 13 maggio 2016 è in rotazione radiofonica e disponibile su iTunes una versione reinterpreta da Cristiano De André, che così racconta la canzone dal suo punti di vista: “Quando mio padre e Francesco De Gregori, nel 1974, scrissero questa canzone, contestarono apertamente il modo di vivere borghese e allo stesso tempo manifestarono l’attrazione per un’anarchia intesa soprattutto come categoria dello spirito. In questo passaggio rivedo il disagio di mio padre, per diversi anni a confine delle due condizioni. Durò poco, fortunatamente, la sua identità libertaria vinse su tutto e lo guidò fino alla fine. Ciò che mi spinge a riproporre questa canzone non è solo la volontà di estendere alle generazioni future i suoi insegnamenti, ma anche la convinzione che alcuni paradossi sociali non siano cambiati e che quindi valga la pena continuare a lottare.

Il testo di Canzone per l’estate – in download, nella versione 2016 di Cristiano De André, su iTunes

Con tua moglie che lavava i piatti in cucina e non capiva
con tua figlia che provava il suo vestito nuovo e sorrideva
con la radio che ronzava
per il mondo cose strane
e il respiro del tuo cane che dormiva.

Coi tuoi santi sempre pronti a benedire i tuoi sforzi per il pane
con il tuo bambino biondo a cui hai donato una pistola per Natale
che sembra vera,
con il letto in cui tua moglie
non ti ha mai saputo dare
e gli occhiali che tra un po’ dovrai cambiare.

Com’è che non riesci più a volare?
com’è che non riesci più a volare?
com’è che non riesci più a volare?
com’è che non riesci più a volare?

Con le tue finestre aperte sulla strada e gli occhi chiusi sulla gente
con la tua tranquillità, lucidità, soddisfazione permanente
la tua coda di ricambio
le tue nuvole in affitto
le tue rondini di guardia sopra il tetto.

Con il tuo francescanesimo a puntate e la tua dolce consistenza
col tuo ossigeno purgato e le tue onde regolate in una stanza
col permesso di trasmettere
e il divieto di parlare
e ogni giorno un altro giorno da contare.

Com’è che non riesci più a volare?
com’è che non riesci più a volare?
com’è che non riesci più a volare?
com’è che non riesci più a volare?

Con i tuoi entusiasmi lenti precisati da ricordi stagionali
e una bella addormentata che si sveglia a tutto quel che le regali
con il tuo collezionismo
di parole complicate
la tua ultima canzone per l’estate.

Con le tue mani di carta per avvolgere altre mani normali
con l’idiota in giardino ad isolare le tue rose migliori
col tuo freddo di montagna
e il divieto di sudare
e più niente per poterti vergognare.

Com’è che non riesci più a volare?
com’è che non riesci più a volare?
com’è che non riesci più a volare?
com’è che non riesci più a volare?


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