Ragazzi fuori – Clementino – Con Testo e Significato – Sanremo 2017

Ragazzi fuori è la canzone che Clementino, alla sua seconda volta sul palco dell’Ariston, ha portato in concorso al al 67° Festival di Sanremo. Il brano è inserito nell’album Vulcano, in uscita a marzo 2017.

Sul significato della canzone, scritta in collaborazione con Marracash, Clementino ha spiegato: “I ragazzi fuori di cui parlo si ritrovano a vivere in una città tanto ricca quanto complessa dove spesso il nemico numero uno e subdolo, è la noia. La noia di vivere 24 ore al giorno senza un’occupazione o una passione costruttiva porta a fare molte stupidaggini, tra cui ad esempio l’abuso di sostanze o un intrattenimento fine a se stesso, per tentare di riempire quelle giornate vuote. Tramite la mia passione per il rap sono riuscito a combattere e vincere quella noia. Ovviamente non riguarda soltanto i ragazzi napoletani, ma tutti i ragazzi e le ragazze che in Italia soffrono troppo, spesso passivamente, di una situazione economica e politica che trovo ormai drammatica”.

Nella serata dedicata alla tradizione della canzone italiana, Clementino interpreta Svalutation di Adriano Celentano.

Il testo di Ragazzi fuori

Resto fino a quando sorriderai, tra le luci del mattino e poi
Questa non è l’aria che respirerai, ricordi quando eravamo noi
Resto fino a quando sorriderai, non ti sveglio in questo sogno
Scriverò sui muri della mia città, storie di ragazzi fuori
Finalmente stai dormendo

E via i pensieri in una stanza e non arriva il vento
Ricordo i passi, i calcinacci e tutto in quel momento
I primi viaggi da ragazzi e quanto eri contento
Non bastano risate qua per stare più sereno
Se questa vita ti ha servito pane col veleno
Una giornata normale, buttato in un locale
Quando tutto sembra uguale, giochi a carte con il male
E con due piedi dentro beh ci sono stato anch’io
Quando raschiavo il fondo inginocchiato a un falso Dio
Tu ca me parl cu l’uocchie e veco a faccia e papà
Ferite ngopp ginocchia scugnizzi dint a sta città
Resto fino a quando sorriderai, tra le luci del mattino e poi
Questa non è l’aria che respirerai, ricordi quando eravamo noi
Resto fino a quando sorriderai, non ti sveglio in questo sogno
Scriverò sui muri della mia città, storie di ragazzi fuori
È passato un altro inverno ragazzi fuori
Sotto il cielo e le rovine di palazzi e cori
Aspetto il treno delle tre qui dalla ferrovia
Mi dici «come stai», ti dico «come vuoi che stia»
Tutto si aggiusta via,
Ancora attendo, non comprendo questa giusta via
Per quanto tosta sia, non stare più in balia
È questo schifo che ha rubato tutta l’energia
Di questa vita mia
Siamo ragazzi soli perdonateci signori
Di queste intrusioni, ma quali illusioni
Nuovi messaggi, nuove generazioni nell’era delle menzogne e del buio
Siamo ragazzi fuori
Resto fino a quando sorriderai, tra le luci del mattino e poi
Questa non è l’aria che respirerai, ricordi quando eravamo noi
Resto fino a quando sorriderai, non ti sveglio in questo sogno
Scriverò sui muri della mia città, storie di ragazzi fuori
Storie di ragazzi fuori
Le mie storie di ragazzi fuori
Storie di ragazzi fuori
Eravamo noi, dove eravamo noi
Storie di ragazzi fuori
Resto fino a quando sorriderai, tra le luci del mattino e poi
Questa non è l’aria che respirerai, ricordi quando eravamo noi
Resto fino a quando sorriderai, non ti sveglio in questo sogno
Scriverò sui muri della mia città, storie di ragazzi fuori

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *